Sempre la solita coda, sempre la solita aria ed io aspetto un po’ atterrito un po’ rassegnato perché sarebbe anche ora che qualcosa si smuovesse. Stanno potando gli alberi, forse potare è un eufemismo e comunque forse c’erano sin troppi alberi intorno, meglio abbatterne un paio in ogni caso. Ci sarà molto più spazio, meno foglie secche e meno aghi di pino per terra. Ho quasi terminato il pacchetto di sigarette appena comprato, sto per iniziarne un altro, non è che mi accorga di quanto il tempo passi in fretta. Ecco che qualcosa si smuove, nasce una seconda coda, l’uodica è sempre nei paraggi, non so, è da un po’ che frequenta questo piano. Personalmente non me ne sono mai preoccupato, certo averne coscienza è tutta un’altra storia ma cos’è questa in fondo se non una storia. La carta non manca mai, i pensieri poveri quelli non sanno che strada percorrere. Le mani non reagiscono molto bene e allo stesso modo il braccio sinistro. Troppo dolore in questi anni, troppo dolore e scarsi tendini. Ho distrutto un cellulare, lo ho lanciato contro il muro. Certo l’uodica sta sempre ad osservare, è il suo piano e nulla potrà distoglierlo dal suo esistere. Piove a tratti, pioggia grossa e fina allo stesso tempo. Pioverei un po’ anche io ma non sono in vena. Ho acquistato due nuove bottiglie, non si sa mai arriva qualcuno, si può offrire un maraschino o uno scotch. Chiara è in giro come al solito. Vera non ne vuole sapere di suonare alle quattro. Vinnie si spazzola la coda di cavallo ed a volte nitrisce. Marika mi ha invitato alla partita ed io sono ancora qui a sbattermi di pioggia mentre brucio tabacco e polmoni ad un ritmo impressionante. Forse pioverà ancora.